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Livelli di trattamento delle acque reflue

In questo articolo affrontiamo le diverse tipologie di trattamento e i diversi livelli trattamento che possiamo avere per le acque di scarico civili e assimilate.

Trattamenti preliminari

Hanno lo scopo di separare dalle acque di scarico, le sostanze solide estranee in grado di creare problemi agli impianti di depurazione successivi, limitandone l’efficacia (per esempio: detriti, rifiuti solidi, oli, grassi, idrocarburi, schiume, sabbie).
A seconda delle sostanze da separare, questi trattamenti avvengono attraverso processi di grigliatura (con griglie grossolane o fini) o mediante  impianti dissabbiatori, degrassatori, disoleatori, schiumatori.

Trattamenti primari

Hanno l’obiettivo di rimuovere i solidi sospesi totali, presenti nei liquami da trattare. Prevalentemente si tratta di materiale di natura organica. La separazione avviene mediante l’aggregazione delle particelle sospese e la loro sedimentazione. Il processo solitamente avviene facendo passare i liquami attraverso delle apposite camere di sedimentazione e può essere agevolato attraverso l’impiego di particolari sostanze flocculanti che vanno ad aumentare la capacità di aggregazione delle particelle sospese e di conseguenza ne aumentano anche la loro sedimentabilità.

Tra i nostri prodotti che effettuano questo tipo di trattamento, troviamo i sedimentatori.

Trattamenti secondari

Sono finalizzati all’abbattimento delle sostanze organiche biodegradabili e alla rimozione dei solidi in forma colloidale che non sono sedimentabili e quindi non si possono separare con trattamenti di tipo fisico.
L’abbattimento delle sostanze organiche può avvenire attraverso differenti processi, i più diffusi sono:

  • i processi di digestione anaerobica, che sfruttano l’azione di batteri che si nutrono di materia organica e vivono in assenza di ossigeno.
    Un esempio di questo tipo di abbattimento si ha nelle fosse Imhoff.
    Gli impianti di trattamento di tipo anaerobico hanno la capacità di abbattere il carico organico di circa il 30-35%, livello non sufficiente per l’immissione sul suolo o su corpi idrici delle acque prodotte, ma comunque utile per un primo abbattimento che può rendere efficaci trattamenti successivi, come per esempio i sistemi di fitodepurazione.
  • I processi di digestione aerobica, che sfruttano l’azione di batteri aerobici che si nutrono di materia organica e vengono stimolati mediante la diffusione di ossigeno (bio-stimolazione aerobica).
    Questa tipologia d’impianti di depurazione vengono definiti depuratori biologici ad ossidazione totale (il livello di ossidazione della materia organica molto elevato) a fanghi attivi (i batteri depurati alla degradazione formano una massa fangosa).
    I depuratori biologici a fanghi attivi hanno una capacità di abbattimento del carico organico molto elevata, tanto da produrre acque che possono essere scaricate direttamente sul suolo o nei corpi idrici superficiali.

Trattamenti terziari

Hanno lo scopo di affinare e perfezionare il trattamento di depurazione riducendo il carico di elementi nutrienti (principalmente fosforo e azoto) presenti nelle acque di uscita degli impianti di trattamento secondario. Si tratta di sostanze poco biodegradabili che non riescono ad essere metabolizzate dai processi di digestione biologica che avvengono negli impianti di trattamento secondario.
Quando fosforo e azoto sono presenti nelle acque in elevate concentrazioni, possono provocare una proliferazione di alghe microscopiche che determina una maggiore attività batterica ed un conseguente maggiore consumo di ossigeno (eutrofizzazione delle acque), con la conseguenza di causare morie di pesci. Inoltre quando l’ossigeno finisce, i microrganismi aerobici vengono sostituiti dai microorganismi anaerobici che sviluppano sostanze tossiche e maleodoranti.

Riassumendo, i principali trattamenti terziari vengono effettuati mediante:

  • Impianti di denitrificazione: per la rimozione dei composti dell’azoto
  • Impianti di defosfatazione: per la rimozione dei composti del fosforo

Disinfezione

Tutti i livelli di trattamento precedenti hanno la funzione di rimuovere il carico organico inquinante e/o elementi specifici, ma nelle acque secondarie in uscita dagli impianti, può essere presente una carica batterica ancora elevata.
A seconda dei livelli di carica microbica, può essere necessario un ulteriore trattamento di disinfezione che vada a ridurla e la porti a livelli accettabili dal punto di vista sanitario e ambientale.
Ai sensi del D.Lgs. n. 152/99 e successive modificazioni e integrazioni, tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane con potenzialità maggiore di 2.000 abitanti equivalenti, ad esclusione degli impianti che applicano sistemi e tecniche depurative di tipo naturale, come la fitodepurazione e il lagunaggio, dovranno essere dotati di un impianto di disinfezione che deve essere utilizzato nel caso di eventuali emergenze o situazioni di rischio sanitario o comunque per garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali o gli usi in atto del corpo idrico recettore.

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